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In dialogo con Tom Geister
LUCA MOLINARI (LM): Il tuo studio, Sauerbruch & Hutton, negli ultimi trenta/ venticinque anni ha lavorato molte volte su edifici comunitari: edifici dove le comunità di abitanti sono in continuo cambiamento, dove diverse funzioni si fondono e dove il dialogo con il paesaggio e il contesto urbano sono molto importanti. Perché sono così importanti oggi questi argomenti oggi per l’architettura?
 
TOM GEISTER (TG): Sì, oggi ci si trova a riconfigurare un mondo molto complesso e caotico e questo non avviene solo in Italia ma in tutto il mondo, hai a che fare con diversi livelli di tradizioni costruttive, infrastrutturali e così via… spesso si presentano situazioni in cui non si è persa l'umanità delle cose, sia nella scala urbana che nella stessa architettura.
 
LM: Il vostro lavoro è un monumento contemporaneo gioioso e colorato in qualche modo….
 
TG: Sì, non è necessariamente il colore, ma abbiamo sempre a che fare con un’atmosfera. Molto dipende dalla relazione tra esterno e interni, sentirsi protetti all’interno e poter contemporaneamente uscire a diretto contatto con il paesaggio, dove ci sono gli alberi, le piante… ma anche creare un’atmosfera dove ti senti bene, sia dentro che fuori nell’ambiente urbano, dove puoi sentirti riparato come in una stanza, e questo lo puoi fare attraverso i colori, i materiali…di modo da sentirsi protetti da uno spazio godibile.
 
LM: Si, certo! Colore o materiali grezzi possono fare lo stesso, non è una mera questione di colori... Negli ultimi due giorni abbiamo visto gli edifici del campus e l’area oggetto di concorso. Quale è il tuo primo commento, la prima impressione e reazione a questi luoghi?
 
TG: Il sito è molto interessante. È un bellissimo paesaggio con pendenze dolci e alberi di eucalipto, la varietà complessiva degli spazi presenti…che ora potremmo anche definire un po' più precisamente. Gli edifici penso che siano una buona base per iniziare, ma abbiamo già visto che sono molto funzionali, a volte ci sono corridoi bui, che sono una scelta molto intelligente in quanto a funzionalità, ma d'altra parte sono anche lo spazio dove le persone si incontrano, si rilassano. Penso che sarebbe fantastico nelle prossime fase di sviluppo di un altro edificio e del masterplan di aprire, portare luce e più respiro a questi spazi
 
LM: Quindi, stiamo considerando, diciamo un’architettura più leggera per il futuro. Siamo di fronte a un futuro dove non sarà sempre necessaria un’architettura imponente, grandi funzioni, grandi quantità ma la capacità di interagire con la natura e ospitare le diverse comunità in una maniera completamente diversa.
 
TG: Esattamente, voglio dire che devi sempre partire da una storia, ma la storia non deve essere un peso ma la base per nutrire un nuovo sviluppo, non bisogna essere troppo passivi o negativi sulla storia e ciò che abbiamo già perché io credo che sia estremamente positivo avere quel primo mattoncino del mosaico che seguirà pensando al futuro. Penso che il brief del progetto e l’impostazione generale del concorso siano svolti molto bene proprio perché avete aperto alla prospettiva futura più ampia del masterplan nei prossimi vent’anni.
 
LM: Ok, grazie mille.
 
TG: Grazie!
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