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Education & Innovation: Universities serving society and humanity
Nell’ambito del Workshop di presentazione del concorso di architettura per il nuovo Masterplan dell’Università Campus Bio-Medico di Roma (UCBM), si è tenuto il simposio internazionale “Education&Innovation: Universitiesserving society and humanity”, un importante momento di approfondimento sulle pratiche contemporanee della formazione universitaria e sulle sfide che attendono le università di domani. Diversi i contributi che hanno alimentato il dibattito, volto a fornire ai progettisti in gara anche le visioni e gli approcci metodologici più avanzati nell’ambito della ricerca e della didattica scientifica.
 
Il simposio si è aperto con l’intervento di Maria Chiara Carrozza, direttore scientifico della Fondazione Don Carlo Gnocchi, che ha evidenziato le sfide del mondo globalizzato a cui è chiamata la stessa ricerca scientifica, portando gli esempi della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dei Centri IRCCS diS. Mariaagli Ulivi (Firenze) e di S. Maria Nascente (Milano), entrambi impegnati nella ricerca e applicazione di bio-nanotecnologie e robotica in ambito medicale.
 
Ha proseguito Maria Cerezo - ordinario di Filosofia della Scienza presso l’Università della Murcia- che ha posto l’accento sull’importanza dell’interdisciplinarità e sulle condizioni che ne permettono lo sviluppo, nella consapevolezza che l’applicazione scientifica pone domande urgenti che non possono essereadeguatamente indirizzate o risposte da esperti di una sola disciplina.
 
Fernando Fragueiro, membro del board dell’Universidad Austral di Buenos Aires, ha contribuito al dibattito portando l’esempio e il modello organizzativo di questo Ateneo tra i primi in Sud America nel rapporto tra studenti e docenti, con un professore ogni sei studenti, e al primo posto per impiego occupazionale dei suoi laureati.
 
Interessante il contributo di Eugenio Guglielmelli, prorettore alla Ricerca di UCBM, che ha mostrato il trend europeo di sviluppo dell’interdisciplinarità, sottolineando i fattori chiave di cooperazione tra le discipline e tra università e industria e l’impostazione della stessa UCBM con le sue 49 unità di ricerca, che integrate alle due Facoltà dipartimentali di Medicina e Ingegneria, sono supportate dal Centro Integrato di Ricerca edoperano in stretta sinergia con il Policlinico universitario e il Centro per la Salute dell’Anziano (CESA).
 
L’intervento di Maria Cristina Messa, direttrice del Comitato Ricerca della Conferenza dei Rettori delle Università italiane (CRUI), ha portato all’attenzione la necessità di rafforzare la cooperazione internazionale tra Università, portando ad esempio i casi di U4I (University for Innovation) Foundation che vede la cooperazione delle Università di Pavia, Bergamo e Milano Bicocca, gli obiettivi promossi dalla European University Association il progetto di finanziamento europeo per la ricerca e l’innovazione Framework Program 9.
 
Ha concluso Claudia Peverini, responsabile Ufficio relazioni internazionali di UCBM,in rappresentanza di Christine Watson, ordinario di Biologia cellulare dell’Università di Cambridge, che ha illustratole strategie -  sia nell’ambito dell’organizzazione didattica che infrastrutturale – delle più prestigiose università scozzesi e inglesi nella loro peculiare integrazione di tradizione e innovazione.
 
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